L'utilizzo del diossido
di zolfo, chiamato anche anidride solforosa, oppure
indicato semplicemente come SO2, nella
produzione dei vini risale alle fine del XVIII secolo. Le sue
importanti proprietà lo rendono uno strumento davvero indispensabile
nella produzione del vino.
E' un
antisettico che
inibisce lo sviluppo dei microrganismi e la sua attività è maggiore
nei confronti dei batteri che dei lieviti. Pertanto,
durante la conservazione del vino si oppone allo sviluppo di quei
microrganismi come lieviti, batteri lattici e batteri
acetici che potrebbero causare rifermentazioni e alterazioni
batteriche.
E' un antiossidante,
si combina con l'ossigeno secondo la formula:
SO2 + 1/2 O2 ->
SO3
Questa reazione è molto
lenta e consente di proteggere i vini dall'ossidazione di natura
chimica, in particolare dei composti fenolici e aromatici. In
pratica previene ad un eccessiva ossidazione favorendo l'evoluzione
delle caratteristiche sensoriali durante l'invecchiamento.
Previene
l'ossidazione dei mosti
prima della fermentazione in quanto è anche un un
antiossidasico che quindi inibisce istantaneamente l'azione
degli enzimi ossidasici (laccasi e tirosinasi).
Si combina con l'etanale
ed altri composti simili, proteggendo l'aroma dei vini ed eliminando
la nota di svanito.
Lo sviluppo delle conoscenze
sulla chimica del diossido di zolfo e delle sue proprietà ha
consentito di ridurne considerevolmente le dosi utilizzate.
I lieviti, nel corso della fermentazione alcolica, producono deboli
quantità di diossido di zolfo, normalmente inferiori al 10 mg/L,
tuttavia in alcuni casi possono superare anche i 30 mg/L. Pertanto è
molto rara l'assenza di diossido di zolfo nel vino, anche in assenza
di solfitazione. Infatti la legislazione consente di riportare in etichetta, in
certi casi, l'indicazione "Non contiene solfiti
aggiunti" vietando invece "Non contiene solfiti".
Dosi consentite secondo la
legislazione vigente:
Vini rossi: 150 mg/L (100
mg/L nei biologici)
Vini bianchi o rosati:
200 mg/L (150 mg/L
nei biologici)
Vini
spumanti: 235 mg/L
Nei vini dolci sono ammessi tenori più elevati, ad esempio ad esempio:
Passito di Pantelleria: 300 mg/L
Albana di Romagna: 400 mg/L
Per i conoscere i limiti
precisi ed aggiornati in base alla tipologia del vino si consiglia di consultare il sito del Ministero delle Politiche Agricole.
Il diossido di zolfo è molto utilizzato in tutto il settore
alimentare, spesso con quantità decisamente superiori a quelle utilizzate
nei vini, ad esempio nelle patatine fritte e nella frutta secca. Il grafico seguente è molto interessante poiché confronta la quantità di solfiti normalmente presenti in diversi alimenti.